“Giovanni Falcone lavorava con perfetta coscienza che la forza del male, la Mafia, lo avrebbe un giorno ucciso. Perché non è fuggito, perché ha accettato questa tremenda situazione, perché è stato sempre pronto a rispondere a chiunque della speranza che era in lui? Per AMORE!
Perché se l’amore è soprattutto ed essenzialmente dare, per lui, e per coloro che gli sono stati accanto in questa meravigliosa avventura, l’amore ha avuto ed ha il significato di dare a questa terra tutto ciò che era ed è possibile dare delle nostre forze morali, intellettuali e professionali, per rendere migliore questa città e la patria a cui essa appartiene’. (Paolo Borsellino)
Nella giornata del 13 maggio 2024, sul tema ‘Alla mafia diciamo NO-i’, per il Liceo A. Sacchi di Bari hanno partecipato all’incontro formativo con il Procuratore della Repubblica di Bari, dott. Roberto Rossi, e con il dott. Giuseppe Gatti, magistrato della Direzione Nazionale Antimafia, le classi 1^H e 4^L della sezione potenziata con il Diritto-Economia, preparate ed accompagnate dalla prof.ssa Jessica Garganese, già magistrato onorario, docente di Scienze giuridico-economiche del Liceo e dalla prof.ssa Daniela Lovecchio, docente di Disegno e storia dell’Arte, del Liceo.
Presentato dalla dott.ssa Antonella Cafagna, magistrato, Presidente dell’A.N.M. Bari, l’evento è iniziato con lo spettacolo teatrale ‘La stanza di Agnese’ (di e con Sara Bevilacqua), sulla mirabile storia personale e professionale di Paolo Borsellino, in un dialogo immaginario con la sua affezionata moglie.
Di seguito, si è sviluppato intorno ad una riflessione sul significato più profondo delle attività di tipo mafioso e sulle strategie antimafia, concludendosi con un appassionato dibattito con i Magistrati intervenuti, ai quali i nostri studenti hanno potuto porre significative ed emozionanti domande.
L’attività della Mafia si fonda sul mancato rispetto della persona umana e su una concezione negativa dell’altro, che per il mafioso è un nihil, un’entità priva di valore, un nemico e/o qualcuno che va schiacciato. Se, però, l’azione e la mentalità mafiose si fondano su esaltazione ed implementazione di un io potente, che in ogni caso rimane solo, l’azione antimafia deve basarsi su uno stare insieme fondato sui diritti e sulle libertà costituzionali fondamentali, perché la potenza della Mafia esprime l’assenza di una Comunità che reagisce.
I cittadini e le Istituzioni, quindi, devono camminare insieme, non solo nelle aule di Giustizia, ma anche nella vita e nei luoghi in cui ciascuno è chiamato ad impegnarsi.
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