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COSTELLAZIONE CINEMA

ALLA SCOPERTA DELLE ARTI CHE COSTRUISCONO UN FILM

Utente BAPS01000X-psc

da Baps01000x-psc

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Il regista Michele Lanubile, la scrittrice Helena Paoli e il fumettista Fabio Morga hanno esplorato il film Noi siamo infinito, dialogando con gli studenti del Liceo Scacchi giovedì 4 aprile in Aula Magna.

Le storie ci trovano al momento giusto. Lo ripeto spesso: i libri, i film e le serie televisive sono delle porte che conducono in posti sempre diversi, in base a chi le spalanca e alle sue necessità.

Da adolescente, m’imbattei nel romanzo di formazione Noi siamo infinito (all’epoca ancora intitolato Ragazzo da parete) di Stephen Chbosky e mi sembrò di aver fatto una scoperta importante. Era una storia che parlava di me e dei miei coetanei in maniera autentica. Io stavo progettando quello che sarebbe diventato il mio primo libro pubblicato, perché tutti stavamo vivendo quella fase emotivamente sconvolgente in cui ognuno impara a esprimere la propria identità. L’uscita nelle sale della trasposizione cinematografica ci confermò che non eravamo i primi a sentirci così, confusi e affamati di connessioni. Non saremmo stati nemmeno gli ultimi.

Dieci anni dopo, grazie alla preziosa opportunità concessa dalla preside Chiara Conte, Noi siamo infinito è diventato oggetto di una stimolante conversazione tra gli studenti del liceo Scacchi, il regista Michele Lanubile, il fumettista Fabio Morga e la sottoscritta.

A partire dall’analisi di alcune scene e snodi narrativi, abbiamo ricostruito coi ragazzi l’arco di trasformazione che ciascun protagonista è chiamato ad affrontare in un film. Si tratta di un percorso che esemplifica le sfide che ciascun essere umano deve affrontare nel corso della sua vita, più e più volte: abbracciare il cambiamento, superare le proprie paure e blocchi psicologici, costruirsi una nuova identità.

Sfruttando i punti di vista che il nostro trio di esperti dello storytelling ha da offrire, in virtù dei nostri diversi percorsi di formazione, abbiamo evidenziato le varie modalità con cui più discipline artistiche interagiscono all’interno di un’unica pellicola. Il cinema (non a caso chiamato “settima arte”) riunisce in sé una molteplicità di linguaggi e competenze, che costituiscono per i giovanissimi uno spazio inclusivo e fertile in cui esprimersi.

Già alla fine del nostro incontro, c’è stato chi, ispirato dalla trasformazione del protagonista di Noi siamo infinito, ha scelto coraggiosamente di condividere le proprie paure ed esperienze passate con gli altri studenti. Magari un giorno proprio quelle parole preziose potrebbero diventare un libro o un film che analizzeremo con altre classi, con lo stesso spirito di meraviglia e riconoscimento che solo le storie più autentiche sanno generare nel pubblico. Io me lo auguro con tutto il cuore.” Helena Paoli